La rivoluzione è finita abbiamo vinto

La storia della rivista «A/traverso», la rivista più rappresentativa di quel Movimento del ’77 di cui nel 2017 si celebra il quarantennale. Il suo primo editoriale esprimeva in poche frasi un progetto chiaro, suggestivo e potente: «Appropriazione e liberazione del corpo, trasformazione dei rapporti interpersonali sono il modo in cui oggi ricostruiamo un progetto contro il lavoro di fabbrica, contro qualsiasi ordine fondato sulla prestazione e sullo sfruttamento».

«A/traverso» era una fanzine originalissima, scritta con una comune macchina da scrivere e titoli in forma di collage con caratteri strappati dalla stampa quotidiana. Fu il primo esempio ante-litteram di grafica punk italiana, e al tempo stesso l’ultima delle riviste del movimento di avanguardia che attraversò il Novecento. Fu una rivista letteraria, i cui riferimenti erano il futurismo di Majakovski e una rivisitazione dello spirito dadaista. Ma fu anche una rivista che proponeva raffinate analisi politiche, filosofiche ed esistenziali mirate a liberarsi dal modello leninista dell’organizzazione per fondare un movimento di collettivizzazione della vita quotidiana, di proliferazione di esperienze micro-politiche di autorganizzazione. L’ironia, come sospensione del senso comune, fu il registro che dalla rivista filtrò prima nel movimento bolognese e romano per diffondersi poi velocemente anche nei luoghi più remoti della provincia italiana ispirando la nascita delle prime emittenti radiofoniche libere (Radio Alice, Radio Blu, Radio Rosa Giovanna ecc).

Il libro di Luca Chiurchiù, introdotto da Franco Berardi Bifo (l’ideatore di «A/traverso»), ricostruisce la storia della rivista nel contesto politico dei movimenti, ma anche in quello della cultura letteraria e filosofica di quegli anni, e si segnala per la precisione della ricostruzione storica e per l’attualità delle intuizioni critiche.

Contiene il DVD con la collezione completa della rivista «A/traverso».