Ulisse. Biografia del mito

Ulisse appartiene a uno spazio geografico e storico definito, quello del mondo egeo della tardissima età del Bronzo, nel quale le sue imprese si collocano, e riflette quello della Grecia arcaica, nella quale esse vennero raccontate e tramandate, secondo la tradizione non meno di quattrocento anni dopo la guerra di Troia. Egli è anche, e forse più d’ogni altra cosa, una lente d’ingrandimento attraverso la quale guardare l’intera civiltà greco-romana e le sue estensioni europee; è l’uomo, e il mito, di più durevole fama che la civiltà occidentale abbia prodotto. Impresa ardua è dunque ripercorrerne la storia personale, che non si limita soltanto al viaggio di ritorno, all’aspetto dell’ulissismo: decisiva, se non ancora centrale, ne è infatti la presenza nella guerra di Troia, non soltanto per i suoi stratagemmi, ed è difficile legare questa presenza di Ulisse alla storie che essa ha stimolato, in un lunghissimo e spesso accidentato percorso. Ci è parsa operazione nuova quella di attenerci soprattutto alle fonti classiche, per cercare di ricostruire non le proiezioni della figura di Ulisse, ma una sorta di sua lineare biografia, una biografia del mi¬to. Un’impostazione di questo tipo contribuisce a chiarire le incongruenze, i passaggi con più versioni e interpretazioni, specie alle prese con un personaggio che ha fatto della finzione e dell’inganno la propria ragione di vita e di postuma celebrità. Alcune circostanze e alcuni luoghi comuni sono stati rivisti e reinterpretati sulla base di una lettura testuale. Da essa non è uscito fuori soltanto un Ulisse, ma almeno tre. Alcune domande hanno, inoltre, ricevuto risposte diverse da quelle alle quali ci ha abituato la semplificazione e la banalizzazione della mitologia greca, ma forse più rigorose nel rispettarne lo spirito.